Un giorno di Maggio, una fine
Mi riavviai i capelli all'indietro, nell'attesa che qualcosa si smuovesse o che qualcuno aggiungesse ancora qualche parola. Ma non rest niente. Solo l'ultimo silenzio di quella stanza in cui avevamo speso ore ed ore, a lavorare su ogni sfumatura di noi. Il silenzio caldo di Maggio; quell'amara sensazione di doversi lasciare tutto alle spalle e ricominciare daccapo. Una fine senza un nuovo inizio. Uscimmo uno dopo l'altro. Mentre oltrepassavamo il cancello con le ultime cose in mano, intravidi un cenno muto di Filippo. Qualcosa nel suo volto, che l per l non interpretai, ma che sentivo in perfetta sintonia con il quadro generale. La luce del giardino si spense - l'ennesimo addio - dopo di ch restammo fermi e ci sorridemmo per farci forza. Ci allontanammo prendendo strade diverse. Non saremmo mai pi tornati in quel posto e lo sapevamo bene. Lo avremmo evitato in ogni modo. Avremmo evitato Lui e avremmo evitato anche solo di accennare al discorso. Attraversai il ponte e i campi lentamente, con la macchina stipata delle mie cose. Volli prolungare quell'ultimo saluto a tal punto che spensi la radio e abbassai completamente il finestrino. Lascia penzolare fuori il braccio. Pensai a quante cose ci sarebbero state ancora da dirsi o da scoprire insieme. Filippo non mi aveva mai dato ad intendere troppo il suo punto di vista, se non concordando con i miei sfoghi occasionali. Le mie bestemmie, sparate sulla testa di chiunque in quei momenti. Nessuno escluso. Tutti con le spalle al mio muro, in fila. Potevo vedere il mio sogno scialacquarsi. Un sogno distante, almeno quanto il giorno in cui ci incontrammo tutti per la prima volta, con le tasche piene solo di timidezza e silenzi che non sapevamo come riempire. Un silenzio che dopo cinque anni sarebbe tornato proprio per noi e fra di noi, pi aspro che mai. Un silenzio scomodo e spigoloso; che non lascia passare sguardi; che non smette di ricordarci i numerosi sacrifici fatti l'uno per l'altro; che sancisce la fine di un'amicizia e di un lungo periodo costruito su sudore e sigarette spente con la punta della scarpa. Filippo ed io siamo sempre stati convinti che potesse essere pi di questo. Ma forse ci sbagliavamo.
Mi riavviai i capelli all'indietro, nell'attesa che qualcosa si smuovesse o che qualcuno aggiungesse ancora qualche parola. Ma non rest niente. Solo l'ultimo silenzio di quella stanza in cui avevamo speso ore ed ore, a lavorare su ogni sfumatura di noi. Il silenzio caldo di Maggio; quell'amara sensazione di doversi lasciare tutto alle spalle e ricominciare daccapo. Una fine senza un nuovo inizio. Uscimmo uno dopo l'altro. Mentre oltrepassavamo il cancello con le ultime cose in mano, intravidi un cenno muto di Filippo. Qualcosa nel suo volto, che l per l non interpretai, ma che sentivo in perfetta sintonia con il quadro generale. La luce del giardino si spense - l'ennesimo addio - dopo di ch restammo fermi e ci sorridemmo per farci forza. Ci allontanammo prendendo strade diverse. Non saremmo mai pi tornati in quel posto e lo sapevamo bene. Lo avremmo evitato in ogni modo. Avremmo evitato Lui e avremmo evitato anche solo di accennare al discorso. Attraversai il ponte e i campi lentamente, con la macchina stipata delle mie cose. Volli prolungare quell'ultimo saluto a tal punto che spensi la radio e abbassai completamente il finestrino. Lascia penzolare fuori il braccio. Pensai a quante cose ci sarebbero state ancora da dirsi o da scoprire insieme. Filippo non mi aveva mai dato ad intendere troppo il suo punto di vista, se non concordando con i miei sfoghi occasionali. Le mie bestemmie, sparate sulla testa di chiunque in quei momenti. Nessuno escluso. Tutti con le spalle al mio muro, in fila. Potevo vedere il mio sogno scialacquarsi. Un sogno distante, almeno quanto il giorno in cui ci incontrammo tutti per la prima volta, con le tasche piene solo di timidezza e silenzi che non sapevamo come riempire. Un silenzio che dopo cinque anni sarebbe tornato proprio per noi e fra di noi, pi aspro che mai. Un silenzio scomodo e spigoloso; che non lascia passare sguardi; che non smette di ricordarci i numerosi sacrifici fatti l'uno per l'altro; che sancisce la fine di un'amicizia e di un lungo periodo costruito su sudore e sigarette spente con la punta della scarpa. Filippo ed io siamo sempre stati convinti che potesse essere pi di questo. Ma forse ci sbagliavamo.
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But not for too long! Im starting Italian classess next week!
kissess for you pretty boy
ci vediamo presto con la shenni:-)
ciaoooooooooooo